La curt di Belidèiê
A volte il soprannome più che ai mestieri, ai difetti o ai pregi fisici della persona è legato sia ad episodi specifici non facilmente ricostruibili su base storica, sia ad atteggiamenti comportamentali di qualche avo, che col mutare delle condizioni sociali hanno perso il collegamento identificativo. Uno su tutti: Barzaghi (Belidèiê). Con questa espressione di norma si voleva esprimere il contrario di ciò che si affermava. In questo caso il soprannome deriva dal comportamento di una figlia o di una parente stretta molto bella ma anche vanitosa. La donna rifiutò i ragazzi del paese ed ebbe la bella idea di sposare un napoletano (o un milanese?) che era arrivato a Meda con la ferrovia nei primi anni Ottanta del secolo XIX secolo. Il giovane di bell’aspetto apparentemente indossava una camicia: in realtà aveva solo polsini e colletto. Purtroppo, il forestiero era pure uno spiantato, prosciugò il patrimonio della famiglia e fece fare alla bella moglie una vita di stenti. A conseguenza di questa scelta, di questa sua “bella idea”, gli fu attribuito il soprannome. Difficile conoscere i confini della verità o della fantasia, sta di fatto che la famiglia Barzaghi, falegnami-intagliatori di generazione ancora oggi mantiene il suo soprannome con fierezza.
Da un atto notarile del 18 aprile 1937 rogato dal notaio Carlo Cassina possiamo conoscere i componenti della famiglia Barzaghi di quel periodo, inoltre trattandosi di una divisione dei beni, la cui perizia è affidata all’ing. Achille Dell’Acqua, abbiamo la pianta planimetrica della casa ancora esistente ed ubicata in via Cialdini al civico 9 allora, oggi 65, di fronte la Cascina Nuova.
«La casa di abitazione è a due piani fuori terra, costruita con muro mattoni, coperto da tetto a due falde, soffitti in legno con travetti a vista e pavimento in mattoni, pianelle di cotto e piastrelle di cemento a un solo colore. La scala è formata con gradini di pietra di Moltrasio. Il pianterreno si compone di cinque locali e dal vano di scala con ivi ripostiglio ritagliato sotto le rampi di scala. Il primo piano di sei locali essendo uno superiore all’andito aperto esistente al pianterreno. Lo stato di conservazione è alquanto mediocre, specialmente al riguardo allo stato attuale dei serramenti e pavimenti». Di fronte troviamo il rustico con stalla e fienile. Sempre dal regesto si legge che la famiglia ha diversi appezzamenti di terra coltivati, benché la madre, Giuseppina Viganò rimasta vedova presto, dovette vendere alcuni lotti in zona “ronco” dell’attuale via delle Colline.
3 Entrata nella corte dalla via Cialdini
Oggi la struttura della casa è uguale, mantiene la forma della lettera “L” con un passaggio che porta sul retro dove un tempo c’era l’orto e il giardino. Il rustico invece è stato ristrutturato a casa civile. A proposito della stalla, si racconta che una sera di fine Ottocento (?) mentre la gente si trovava lì raccolta, si presentò un signore avvolto dal tabarro, lo aprì e mise in mostra le armi ed intimò un Barzaghi ad accompagnarlo al di là delle “Quattro strade” di via Santa Maria fino alla cascina del Ranghetto di Lentate. Qui gli comandò di stare fermo per dieci minuti (nel frattempo pregava) fino a quando sentì un fischio e in quel momento fuoriuscirono dai boschi tanti briganti armati e lui poté andarsene libero.
È interessante l’affresco di san Luigi Gonzaga posto al primo piano sul lato di sinistra. I motivi della scelta di questo santo sono almeno due: il primo che Luigi era il capostipite, il secondo che ben sei nipoti avevano lo stesso nome, tra cui il figlio di Paolo Giuseppe morto a soli 15-16 anni. Essendo san Luigi Gonzaga protettore della gioventù maschile oratoriana, probabilmente fu dipinto in sua memoria.
Non ci sono documenti che attestino la costruzione della casa, certamente, essendo essa già presente nella planimetria del 1927 del Comune, credo sia stata costruita nei primi anni del Novecento. Essendo di proprietà familiare è un segno che i Barzaghi stavano bene economicamente. Il lavoro del contadino era alle spalle e già i figli lavoravano in bottega.
Questa famiglia è presente a Meda dalla seconda metà dell’Ottocento. I registri parrocchiali non segnalano alcun atto di nascita precedente. Dall’atto di morte di Luigi Barzaghi (registro parrocchia Santa Maria Nascente) estrapoliamo i seguenti dati:
“Barzaghi Luigi fu Canziano ed Elli Caterina, di anni 50, marito di Viganò Giuseppa, falegname, morto il 23 marzo 1906. Il parroco don Giovanni Trabattoni».
In mancanza di altre fonti come quelle comunali e ricordi familiari, non mi è possibile conoscere da quale paese arrivi questa famiglia, né tantomeno sapere in quale cascina si sia alloggiata.
Questo è l’albero genealogico dei Belidèiê.
Genitori: Barzaghi Luigi (1856-1906), Giuseppina Viganò (1862-1936) dal loro matrimonio nascono 9 figli:
- Paolo Giuseppe (1880) e Pellegatta Diamante, dal loro matrimonio nascono Luigi morto a 15 anni era il maggiore, Giuseppina (sposata ad Alessandria), Rina (1910-2004), Luisa (suor Diamante che ha svolto la sua professione religiosa soprattutto ad Ossuccio), Canzio (classe 1913 sposato con Maria Beneggi, è stato presidente degli Artigiani Monza e Brianza negli anni Sessanta), Speranza, Eugenio, Mario.
- Pietro Paolo detto Paolo, classe 1884, abitante a Cassina Savina, i suoi figli sono Carluccio e Giuseppina.
- Carolina (1886-1949) coniugata Mariani.
- Andrea classe 1888, morto prima del 1937, di Seveso, i suoi figli sono Luigi e Iside.
- Esterina (1891-1947) sposata con Battista Consonni (1886-1967), i loro figli sono Pina, Sergio e Luigi.
- Cesare (1896), i cui figli si chiamano Luigi, Maria, Tarcisio.
- Carlo (1898-1974) coniugato con Maria Pozzi (1900-1981), i loro figli sono Ada (1925), Adriana (1927 sposa Ugo Anconetti), Alice (1929), Luigia (1932), Giuseppina (1937-2005), Graziella (1940), Gianfranco (1942).
- Alfredo (1902-1973) sposa Giuseppina Asnaghi (1903-1979), i loro figli sono Bruna Pierpaolo, Franco.
- Maria (1910-2004) si sposa con Giovanni Pozzi (1907-1945), i loro figli sono Aurelia, Felicita, Luigi.
Note
Ringrazio Roberta Anconetti, Giuseppe Barzaghi, Mario Caimi.
Felice Asnaghi